Qualche giorno fa ho finito di leggere “L’uomo che voleva essere felice” di Laurent Gounelle. In realtà questo libro l’aveva consigliato Luca Conti e incuriosito l’avevo aggiunto ai libri interessanti da leggere. Qualche mese fa però decisi di regalarlo a lui per il compleanno… ma vedendolo spesso sdraiato a riposare sul suo comodino ho provato a dargli attenzione io.
“L’uomo che voleva essere felice” è un libro che spinge a cambiar vita, sulla falsa riga di scrittori come Coelho o Terzani in alcuni frangenti. L’esperimento (no, non è un esperimento perché Gounelle è un formatore e un esperto in programmazione neurolinguistica) riesce ma non del tutto. L’idea di far passare certi messaggi filosofici attraverso un romanzo mi ha convinto a tratti.
Probabilmente perché ormai amo certi capitoli di Coelho o perché la naturalezza di un esempio di vita quale è quello di Terzani mi entra più in profondità, ma non sono stato totalmente rapito dal libro.
In ogni caso è molto leggero da leggere e contiene comunque vari spunti di riflessione. Molto spesso infatti ci si crede liberi mentre siamo frutto di credenze innate o auto-costruite in noi: ci vediamo troppo ciccioni, troppo alti, troppo bassi, troppo buoni, troppo sfortunati in amore… Tutti modi di vedere che influenzano il nostro atteggiamento e limitano le possibilità di raggiungere i nostri desideri. Come al solito il primo passo è prenderne coscienza ma non è facile farlo, richiede attenzione, capacità introspettive e voglia di rischiare…
Il libro, non so se lo consiglierei ancora anche perché a livello economico – secondo me – si trova di meglio per qualche euro in meno. In ogni caso il titolo è affascinante e credo che nessuno di noi possa esimersi dal sentirsi co-protagonista all’interno della storia…
Il cammino che conduce alla felicità a volte richiede la rinuncia alla facilità, per seguire le esigenze della nostra più profonda volontà.
Buon viaggio,Samtyang
Tratto da “L’uomo che voleva essere felice” di Laurent Gounelle
Emanuele